Nell’ambito della seconda edizione del Tevere Day, che si è svolta a Roma domenica 4 ottobre dalle ore 10 al tramonto nel Parco del Tevere della Magliana, è stata allestita l’inedita mostra fotografica “Arte sotto l’argine”.

Una mostra nata da ragazzi e donne di origine straniera che hanno partecipato al workshop di fotografia dell’Apebook sul tema del ritratto tenuto dal fotografo Enrico Datti. Da qui sono nati gli scatti in mostra, originali ritratti di abitanti di un quartiere che fu edificato negli anni ’60 proprio sotto l’argine del Tevere.

DOPO LO SVILUPPO DEI PROGETTI E I PREPARATIVI DELL’ESPOSIZIONE… (a questo link), ecco i ritratti dei partecipanti al workshop, autori della mostra, e a seguire i loro progetti!

Le foto della mostra, a seguire, sono state realizzate in 3 giorni da ragazzi e adulti durante il workshop di fotografia Arte sotto l’argine.

Il workshop rientra nel progetto Apebook. Libri media e cinema in periferia, promosso dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico in collaborazione con deriva film, MAP Studio, la Cooperativa sociale Magliana Solidale,  l’Associazione di Promozione Sociale INsensINverso, il comitato di quartiere Magliana.

Il progetto è realizzato con il sostegno del PIANO CULTURA FUTURO URBANO, “Biblioteca casa di quartiere”, un programma finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo.

Nel primo giorno del corso i partecipanti hanno selezionato 10 foto di fotografi internazionali, lasciandosi guidare dal proprio gusto e sentimento. Ogni selezione è stata analizzata in gruppo e individualmente.

Noureldin, 13 anni, ha scelto immagini in bianco e nero, colpito da dettagli di acqua in movimento, da un oggetto quotidiano come una forchetta trasformato in opera d’arte. Le sue selezioni sono dominate dal contrasto e dalla silhouette.

Chiara, 13 anni, ama molto la moda, ha scelto fotografie in cui dominava la posa, il colore, immagini di star iconiche (molte delle quali non conosceva): Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Brigitte Bardot, Kate Moss.

Francesca, 13 anni, ha selezionato ritratti in bianco nero. I temi che ha individuato negli scatti sono: eleganza, femminile, espressione di un sentimento, un’emozione.

Eslam, 12 anni, ha selezionato foto dominate dalla dissolvenza del movimento o dal congelamento del movimento.

Marco Antonio, 11 anni,  ha scelto foto di animali in esterni, ritratti di donna con sovrimpressioni animalier. Vorrebbe realizzare una foto di sé (metà buono e metà cattivo).

Srity, 25 anni, ha scelto foto che esprimono peso e leggerezza. E le ha commentate con suoi haiku istantanei che tagliano dritto fino al cuore dell’immagine. “Chi non ha i pensieri può avere la gioia in ogni momento” dice Srity commentando la foto “Marianne Winkelstern”, Londra, 1933. Dinamismo, velocità, documentazione rapida. Da queste caratteristiche del fotografo ungherese Martin Munkacsi Srity si sente attratta. “Le mani che sono piene dei desideri” è il commento per la foto della fotografa francese Alexandra Boulat, “Pakistan” 2001. Una fotografa che ha guardato da vicino le donne esplorando il mondo femminile islamico con sensibilità straordinaria. “La bellezza è amore e amore è l’unità”, commenta così la foto di Herb Ritts “Stephanie, Cindy, Tatjana, Naomi”, Hollywood, 1989, che  rappresenta cinque modelle iconiche degli anni ’80, nulla addosso, tutte unite in un unico abbraccio. “Il peso della fame”  dice Srity commentando la foto di August Sander “Muratore”, 1928, che rappresenta un uomo con un carico di mattoni sulle spalle.

Srity cattura con le sue parole l’essenza delle foto che le piacciono. Come diceva nel 1931 il fotografo tedesco Sander “l’essenza della fotografia è documentaria per natura”.

A partire dalla propria selezione ciascun partecipante ha individuato il concept  del proprio progetto rappresentabile in una immagine che sono andati a realizzare loro stessi sul set nel secondo giorno di lavoro.

Il terzo giorno del workshop è stato dedicato alla scelta degli scatti e alla loro postproduzione grafica.

I PROGETTI IN MOSTRA

IL PROGETTO DI FRANCESCA

Dangerous woman

Francesca ha fotografato l’amica Chiara lasciandosi ispirare da una foto di Ferdinando Scianna, “La modella Marpessa”, Bagheria, Sicilia, 1987. Primo italiano a entrare a far parte di Magnum Photos, Scianna ha raccontato per immagini la cultura e le tradizioni della Sicilia, sua terra d’origine. In questa foto ha mescolato linguisticamente la pratica del reporter a quella del fotografo di moda.

IL PROGETTO DI CHIARA

God is a woman

Chiara ha fotografato l’amica Francesca ispirandosi a una foto di Philippe Halsman, “Brigitte Bardot” La Madrague, 1955. Quando uno salta, spiegava Halsman si concentra solo su quello, e allora la maschera cade e la personalità viene fuori.

IL PROGETTO DI NOURELDIN

Dall’ombra alla luce

Nuredin ha scelto la forma dell’autoritratto. Nuredin vuole unire il movimento con la silhouette e si ispira a due fotografie molto diverse. A volte una silhouette nera, piatta e senza dettagli può raccontare più di un viso ben illuminato diceva René Burri, allievo del rigore del Bauhaus (foto “Brasile” San Paolo, 1960). Mescolando surrealismo e iperrealismo dello sguardo bambino felice e veloce dei fotografi pubblicitari Max & Douglas  (foto “Giacomo Kratter” Olimpiadi di Torino, 2006).

IL PROGETTO DI MARCO ANTONIO

Bene vs Male

Marco Antonio ha scelto la forma dell’autoritratto. Una strana metamorfosi, un ghepardo e un profilo di donna si fondono diventando qualcos’altro, un’immagine doppia. “Madame Germania” Sofia Borucka. Milano, 1996. Questa foto del milanese Giovanni Gastel ispira Marco che decide di farsi ritrarre in due pose: espressione del buono e espressione del cattivo, per poi unire i due scatti.

IL PROGETTO DI ESLAM

Infermabile

Eslam ha scelto la forma dell’autoritratto. Ispirato alla foto di movimento ed equilibri di Max Rossi “Dorin Razvan Sellati agli anelli e Niki Boschenstein al corpo libero ai Campionati mondiali di ginnastica” Danimarca, 2006. Eslam vuole fare una scommessa con il tempo. Il movimento del corpo di Eslam si compone nell’obiettivo del fotografo. Correlazione tra il movimento del soggetto e il tempo dell’esposizione.

IL PROGETTO DI SRITY

L’importanza di qualcosa dipende dal desiderio della persona

Srity ha scelto la forma dell’autoritratto partendo da un pensiero. Ispirata dalla foto di Robert Capa “Pablo Picasso con il figlio Claude” , Golfe-Juan, 1951, che rappresenta un vecchio e un bambino vicino al mare. “Se una persona vuole fare una cosa con un foglio bianco allora per lui la carta è molto importante – dice Srity – se non sai cosa farci, un foglio bianco è solo carta da buttare. Per chi desidera la barchetta, la barchetta è importante per lui. Per me la carta che è scritta dice molto a chi la legge. Questo è il messaggio che voglio dare”.

IL PROGETTO DI SILVIA

Guardando Magliana

Silvia ha affrontato il reportage ispirandosi alla foto di Simona Ghizzoni “II Tacheles, storico centro sociale nel quartiere Mitte”, Berlino, 2008.

Ha scelto di ritrarre un soggetto immerso nella realtà che vive quotidianamente.  Uno sguardo adolescente proiettato verso il futuro. Nello scatto il ragazzo guarda il suo quartiere mentre alle spalle si staglia l’Eur con il Palazzo della Civiltà e del Lavoro, geometria che basta a se stessa. Nella posa del ragazzo c’è un accenno di movimento (segno di un’intenzione di azione) verso il quartiere che ha bisogno del suo entusiasmo, portatore di nuova linfa vitale.

Per un approfondimento, ecco il file con le informazioni sulla mostra e sui singoli progetti, con i riferimenti ai modelli di fotografi celebri, sopra citati:

Ed ecco l’allestimento della mostra al Parco Tevere della Magliana, in una luminosa e serena giornata di inizio ottobre. Buona visione!

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